Presentazione

Tutto è cominciato nel lontano 1925 quando a Villa Verucchio, all’ombra dell'antica rocca medievale, il signor Angelo, bisnonno di Jury Montanari, iniziò l'attività costruendo botti e ruote per carri. Il figlio Beniamino proseguì l’opera del padre realizzando infissi, porte e mobilio in genere. Nel 1979 Fulvio divenne a sua volta titolare dell’azienda artigiana e si specializzò nella produzione di mobilio di alta qualità. Oggi la tradizione continua con Jury, che arricchisce e valorizza ancora di più i propri manufatti con tarsie policrome, solo in legno naturale (non colorato), utilizzando fino a 300 tipi di legno diversi, dal nero al bianco, dal rosso al giallo, ognuno con una sfumatura specifica: manca solo l’azzurro, che non si trova in natura!

L'Intarsio rinascimentale

Nel 1995, a 15 anni, Jury, si imbatte quasi per caso in un corso sull’intarsio che si teneva ad Anghiari, nella provincia di Arezzo. Grazie a questo corso e all’incontro con professori animati da grande passione per il loro lavoro, Jury sviluppa un profondo interesse per l’intarsio rinascimentale.

L’intarsio rinascimentale è una lavorazione che si rivolge ad un pubblico di nicchia. E’ una tecnica antica, risalente al Medioevo, che ha avuto la sua massima fioritura tra il 1400 e la prima metà del 1500 e che oggi, in Italia, solo pochissimi sono in grado di praticare. L’intarsio Rinascimentale lavora infatti su spessori di circa 5 mm mentre gli intarsi moderni usano spessori molto inferiori, circa 1 mm o anche meno. Anche i metodi di lavorazione sono rimasti identici a quelli di 500 anni fa, con l’unica differenza che, invece di utilizzare il traforo manuale, si adopera quello elettrico. Al contrario oggi la tarsia viene comunemente realizzata in modo “automatizzato”: si disegna con un software e poi si taglia con un laser. Ma in questo modo si possono fare solo lavori sottili. Con il lavoro manuale e con gli alti spessori dei pezzi di legno applicati alla base si creano invece immagini di grande profondità e realismo.

 La cura dei dettagli  

“Quando realizzo un intarsio, eseguo una ricostruzione filologica dell’oggetto rappresentato, documentandomi il più possibile per renderlo fedelmente: nel caso di un liuto, ad esempio, ho utilizzato gli stessi legni, le stesse proporzioni, gli stessi pezzi che c’erano nell'oggetto originale del 500.  In un pannello raffigurante le Americhe, per ogni stato ho usato un legno che proviene da quel paese.

C’è tutta una storia da riportare in un’opera realizzata, nulla è lasciato al caso, nemmeno la scelta dei legni da utilizzare."

Opere  

I tempi di realizzazione di un’opera possono essere molto lunghi. Emblematica in tal senso è la “panca magica” per realizzare la quale sono state impiegate circa 300 ore di lavoro.

La "Cassapanca magica" a prima vista sembra più semplice e meno elaborata di altre opere. In realtà è uno dei pochissimi esempi di “legno mobile”. L’intarsio raffigura infatti un liuto capace di girarsi di quasi 180°, sia sul lato orizzontale, sia su quello verticale. Quando ci si muove da un lato all'altro del mobile, sembra cambiare posizione. L’effetto è sbalorditivo. “E’ capitato per caso ma credo di aver riscoperto i passaggi che determinano questo effetto e replicandoli in due cassetti di un’altra cassapanca, si è ripetuto. E’ una alchimia.”

Ma c’è dell’altro: Jury Montanari è anche l’autore della “Preghiera da Guiness”. Si tratta della preghiera in legno più grande del mondo; è stata iniziata il 21 giugno 2008 ed è stata ultimata dopo 4 anni, il 26 giugno 2012: “Il Cantico delle Creature” di San Francesco d’Assisi è stato realizzato su di un pannello di legno di acero alto 3 m e largo 1,80 m. Sono state inserite, lettera per lettera, rigorosamente a mano, undici strofe del Cantico di San Francesco in umbro volgare. Jury ha utilizzato diversi tipi di legno, tutti provenienti dalla Valmarecchia e tutti appartenenti a piante definite “povere”, come improntata alla povertà è la filosofia di vita di San Francesco. La base è in acero, la cornice in ulivo, le lettere sono in noce e il titolo è in ciliegio. Il Tau incastrato alla fine del Cantico viene invece dal cipresso che, secondo la leggenda, è stato piantato da San Francesco nel convento dei frati a Villa Verucchio.
Il “Cantico” è stato esposto in numerose occasioni e in luoghi diversi (es. al Palazzo Ducale di Milano, a Trento, a Vienna, nella chiesa di Minoritenkirke); il sogno di Jury è quello di poterlo presentare a Papa Francesco.

Premi e riconoscimenti  

L’ebanista trentacinquenne Juri Montanari è da considerarsi oggi un vero artista, capace addirittura di dire no alla vendita della sua opera prima a Vittorio Sgarbi: il noto critico d’arte si era innamorato e voleva a tutti i costi comprare il suo pannello intarsiato, ispirato al coro della Chiesa di Santa Maria Nuova di Fano.

Si ricordano, inoltre, i riconoscimenti ricevuti dall'Accademia delle Belle Arti di Urbino per la Cassapanca intarsiata; la segnalazione della critica ricevuta per il Volumen Paulus Tarsus al premio artistico "Maria Regina d'Europa", organizzato dalla Fondazione Il Pellicano di Urbino e la partecipazione all'esposizione nazionale "Presepi d'Italia", a Massa Martana, con l'opera Natività.